martedì 19 maggio 2020

Milano incidente una rider a rischio vita


Ormai le figure dei rider sono diventate comuni all'interno del panorama urbanistico delle città italiane, uno scenario non ipotizzabile fino a qualche tempo fa che pensavamo anzi fosse possibile solamente oltre oceano o in altri paesi che non fossero il nostro. A partire d inizio 2020 anche in Italia invece abbiamo cominciato a vedere sempre più spesso numerosi maschi e femmine sfrecciare per lo più in bici, o anche in motorino, con vistose e sgargianti pettorine colorate per consegnare ogni genere di cibo direttamente a casa dei clienti. Oggi essi sono diventati una vera e propria classe di lavoratori che arrivano nel nostro paese a sfiorare le 60000 unità.



Il servizio fornito oggi dai driver è uno dei più apprezzati a livello nazionale e il loro ruolo è stato sicuramente fondamentale nella fase di lockdown totale dovuto al covid 19, infatti i rider insieme a poche altre categorie di lavoratori erano gli unici autorizzati a transitare in strade deserte di città pseudo fantasma per rifornire di cibo noi cittadini impossibilitati ad uscire causa forza maggiore. Nonostante l'importanza concreta di questi lavoratori su due ruote i rider sono stati, e forse ancora sono, una delle categorie di lavoratori meno tutelata a livello legislativo ed istituzionale. Solo dopo molto tempo essi hanno raggiunto qualche forma di conquista sia sul piano della tutela assicurativa che dal punto di vista economico, i loro bassi salari solo recentemente sono stati alzati al pari dei loro colleghi europei.

I rider sono diventati una presenza fissa soprattutto nelle grandi città e proprio per questo vanno in contro ai problemi che si possono verificare in ogni contesto cittadino. Lavorando ogni giorno a ritmi e orari frenetici divincolandosi tra macchine, mezzi pubblici e motocicli vari succede a volte che i rider siano protagonisti, volontari o meno, di incidenti stradali. Una delle città dove avvengono più spesso questo genere di situazioni è Milano, la città italiana cosmopolita per eccellenza dove mode e abitudini europee arrivano e si affermano prima rispetto al resto della penisola. E' il caso di qualche giorno fa dove una rider donna ha avuto un incidente stradale le cui conseguenze l'hanno portata in un letto di ospedale nel reparto di terapia intensiva dove oggi lotta per rimanere in vita. Come per tutti gli incidenti stradali la dinamica non è chiara nei minimi dettagli, ma proviamo seppur sommariamente a spiegarla.

Venerdì sera ore 21.30 la rider impegnata in una consegna all'altezza dell'incrocio tra via Fiamma e via Archimede con il suo scooter kymco si è scontrata con un 'auto, nell'urto la rider ha perso il casco e ha sbattuto la testa per terra. Le indagini sono in corso , ma dai primi rilievi si capisce immediatamente che uno dei due mezzi coinvolti non ha rispettato lo stop imposto dal semaforo rosso. La rider, una ragazza milanese di 30 anni, soccorsa poco dopo dagli operatori del 118 è stata ricoverata in terapia intensiva e da 4 giorni lotta per rimanere in vita. L'incidente di venerdì sera è solo l'ultimo di una lunga serie che vede coinvolti i rider impegnati nel servizio della rete deliverance di Milano, infatti negli ultimi 8 giorni è già il terzo che si conta a proposito. Il primo rider se l'è cavata con una serie di escoriazioni su tutto il corpo, il secondo invece ha riportato la rottura del braccio.

Uno dei responsabili dei rider del capoluogo lombardo ha colto l'occasione per chiedere una maggiore velocità a livello burocratico per il riconoscimento, quindi in secondo luogo per il pagamento, degli infortuni sul lavoro da parte dell'Inail. Un riconoscimento a cui si è arrivati dopo molte difficoltà e infinite discussioni, che quando sarà effettivo permetterà a questo esercito di lavoratori che quotidianamente porta cibo a casa di milioni di italiani di avere un giusto riconoscimento legale che spetta loro. Cosa quest'ultima che è ormai realtà in molti altri stati sia europeo che non, ma che in Italia come molte altre cose è rallentato da un apparato burocratico onnipresente che rallenta ogni tipo di pratica e processo di modernizzazione del paese.
Fonte ilgiorno.it

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