Sembra ieri il giorno in cui Conte ha annunciato alla nazione il
Lock Down totale, con tutta l’Italia zona rossa e l’inizio
della tanto temuta fase 1, quella del distanziamento sociale,
dell’economia bloccata, quella dello stare a casa. Oggi l’incubo
sembra attenuarsi, i dati migliorano giorno dopo giorno, i contagi
diminuiscono, i ricoveri in terapia intensiva sono controllabili e i
decessi non più così numerosi. È arrivato quindi il giorno della
fase 2, quella della parziale libertà, della parziale
riapertura, dei primi ricongiungimenti cosi come riporta il corriere di Milano.
Iniziata il 4 maggio e
ampliata il 18 maggio, ormai da due settimane piene ne siamo
dentro, ma ha portato con sè delle conseguenze? Se sì, quali? E
dove?
Osservata speciale di questa fase due è sicuramente la
Lombardia, la regione con il più alto indice di contagi,
ricoveri e decessi, la regione da cui tutto ha avuto inizio. In
particolare, nella regione è sorvegliata la città di Milano,
una delle poche in cui non si è verificato il rovescio della curva
epidemiologica, per cui, si teme che con l’inizio della fase due,
si possa tornare alla chiusura totale.
Milano osservata speciale
I dati ad oggi in possesso
relativi alla curva dei contagi, fanno riferimento ai valori
acquisiti fino al 12 maggio; cosa emerge da questi dati? La curva si
sviluppa ancora sotto i livelli considerati a rischio dagli esperti,
ma è variabile, alcuni giorni è sotto le previsioni, altri
risale. Gli esperti affermano che prima di altre due settimane
non si possa sapere se effettivamente la fase due abbia scatenato
un’ulteriore impennata della curva e quindi un aumento di contagi.
Perché Milano è osservata speciale? Perché se i nuovi focolai
dovessero partire dal capoluogo lombardo, si potrebbe tornare ad un
aumento generale di positivi, in quanto da Milano molti si spostano
in tutta Italia.
Parliamo di circa 900 casi al 4 maggio,
gli esperti prevedono un aumento del 10 per cento e del 20 per cento,
tuttavia, se l’indice di contagio resta a 1, ogni malato contagia
una sola persona, quindi il virus si può considerare contenuto.
Alle porte della seconda parte della fase 2, è stato mostrato
l’ultimo bollettino: domenica 17 maggio si sono registrati,
a Milano, 56 nuovi casi, e nell’interland 110 casi,
tutto questo a fronte di un maggior numero di tamponi;
tuttavia, i contagi a Milano e in tutta la Lombardia, rappresentano
la percentuale maggiore dei contagi a livello nazionale.
Si
alleggerisce ancora il carico delle terapie intensive, ma il numero
dei decessi è tornato a salire. Il 18 maggio è il giorno
della libertà anche per i milanesi: lunedì si è assistito alla
riapertura di tutti (o quasi) i negozi, bar, ristoranti,
parrucchieri, barbieri, centri estetici e musei. È possibile dal 18
muoversi all’interno della regione senza l’autocertificazione,
tuttavia restano sempre valide, oggi più che mai, le regole
sanitarie, vige l’obbligo di indossare la mascherina, evitare
assembramenti e mantenere il distanziamento sociale.
Il
presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, ha ammesso che
il momento è delicato ed esiste il rischio concreto di un aumento
di casi, anzi è certo. Con il maggiore contatto fisico permesso
dal decreto della fase 2, i numeri torneranno a salire
automaticamente, per questo gli esperti ed i politici mirano non ad
un blocco, in quanto impossibile, ma ad un contenimento della
diffusione; vogliono impedire la nascita di nuovi focolai e tenere
sotto controllo il numero di contagi, pronti ad una nuova chiusura
in caso di crescita esponenziale.
L’ultimo bollettino,
risalente al 18 maggio, porta il numero di positivi a Milano e
provincia a 71, 24 solo a Milano, con un totale di
9.395 nel capoluogo e 22.222 nell’interland milanese.
E
che dire dell’ulteriore sblocco del 3 giugno? Cosa si deve
aspettare Milano?
Fontana afferma che, dal 3 giugno, l’attenzione
sarà molto più elevata, si prenderanno decisioni in base agli
ultimi numeri e previsioni. La speranza è che i contagi
diminuiscano, ma non ci si aspetta che il virus sparisca da un
momento all’altro. Si dovrà convivere con il COVID-19 finché non
sarà pronto il vaccino.
Quali misure sono state adottate per contenere i contagi?
Per
evitare un aumento dei contagi, saranno contenuti i flussi e sarà
abbassato il numero limite di persone nei locali e sui mezzi di
trasporto. Per garantire l’ordine pubblico ed il distanziamento, ci
saranno postazioni fisse delle forze dell’ordine nelle stazioni
ferroviarie e metropolitane. Il buon senso civico dei
cittadini farà la differenza, determinerà se è possibile
continuare con l’allentamento o si dovrà tornare alla chiusura;
certo è che i navigli affollati per l’aperitivo lascino perplessi,
è possibile che già si sia dimenticato tutto? Di sicuro i cittadini
milanesi, abituati alla movida, alle uscite e alle comitive riunite
allegramente davanti ad uno Spritz, dovranno darsi una
regolata.
All’interno dei mezzi di trasporto saranno obbligatori
guanti e mascherina e i posti saranno distanziati e
contrassegnati. Di sicuro, molti preferiranno spostarsi con il
proprio mezzo di trasporto, per questo le stime di afflusso sono del
20/30% più basse rispetto alla vita prima del virus. Inoltre, è
stato stabilito il controllo degli ingressi: quando si
supereranno le 60 persone nelle aree di attesa dei mezzi, i tornelli
saranno chiusi e nessuno potrà entrare fino allo sfollamento. Stessa
misura adottata sui mezzi di trasporto: se si dovesse verificare un
sovraffollamento, il mezzo non proseguirà finché i passeggeri in
eccesso non scenderanno.
Milano è sicuramente uno dei centri portanti dell’economia
nazionale e con un flusso elevato di persone abituate alla socialità,
per cui rientra nella quotidianità dei milanesi spostarsi e avere
contatti con altre persone; tuttavia, una seconda Fase 1
sarebbe peggiore della prima, con un numero di decessi elevatissimo e
le terapie intensive di nuovo al collasso. Tutti devono fare la
propria parte per rendere la Fase 2, la fase della libertà
e non un ritorno alla "prigionia", ricordando che la nostra
libertà termina dove comincia quella dell’altro, per cui,
rispettiamo le regole e i contagi resteranno contenuti.
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mercoledì 20 maggio 2020
Allerta fase 2 coronavirus a Milano contagi in aumento
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