mercoledì 20 maggio 2020

Allerta fase 2 coronavirus a Milano contagi in aumento


Sembra ieri il giorno in cui Conte ha annunciato alla nazione il Lock Down totale, con tutta l’Italia zona rossa e l’inizio della tanto temuta fase 1, quella del distanziamento sociale, dell’economia bloccata, quella dello stare a casa. Oggi l’incubo sembra attenuarsi, i dati migliorano giorno dopo giorno, i contagi diminuiscono, i ricoveri in terapia intensiva sono controllabili e i decessi non più così numerosi. È arrivato quindi il giorno della fase 2, quella della parziale libertà, della parziale riapertura, dei primi ricongiungimenti cosi come riporta il corriere di Milano.

Iniziata il 4 maggio e ampliata il 18 maggio, ormai da due settimane piene ne siamo dentro, ma ha portato con sè delle conseguenze? Se sì, quali? E dove?
Osservata speciale di questa fase due è sicuramente la Lombardia, la regione con il più alto indice di contagi, ricoveri e decessi, la regione da cui tutto ha avuto inizio. In particolare, nella regione è sorvegliata la città di Milano, una delle poche in cui non si è verificato il rovescio della curva epidemiologica, per cui, si teme che con l’inizio della fase due, si possa tornare alla chiusura totale.

Milano osservata speciale
I dati ad oggi in possesso relativi alla curva dei contagi, fanno riferimento ai valori acquisiti fino al 12 maggio; cosa emerge da questi dati? La curva si sviluppa ancora sotto i livelli considerati a rischio dagli esperti, ma è variabile, alcuni giorni è sotto le previsioni, altri risale. Gli esperti affermano che prima di altre due settimane non si possa sapere se effettivamente la fase due abbia scatenato un’ulteriore impennata della curva e quindi un aumento di contagi. Perché Milano è osservata speciale? Perché se i nuovi focolai dovessero partire dal capoluogo lombardo, si potrebbe tornare ad un aumento generale di positivi, in quanto da Milano molti si spostano in tutta Italia.

Parliamo di circa 900 casi al 4 maggio, gli esperti prevedono un aumento del 10 per cento e del 20 per cento, tuttavia, se l’indice di contagio resta a 1, ogni malato contagia una sola persona, quindi il virus si può considerare contenuto.
Alle porte della seconda parte della fase 2, è stato mostrato l’ultimo bollettino: domenica 17 maggio si sono registrati, a Milano, 56 nuovi casi, e nell’interland 110 casi, tutto questo a fronte di un maggior numero di tamponi; tuttavia, i contagi a Milano e in tutta la Lombardia, rappresentano la percentuale maggiore dei contagi a livello nazionale.

Si alleggerisce ancora il carico delle terapie intensive, ma il numero dei decessi è tornato a salire. Il 18 maggio è il giorno della libertà anche per i milanesi: lunedì si è assistito alla riapertura di tutti (o quasi) i negozi, bar, ristoranti, parrucchieri, barbieri, centri estetici e musei. È possibile dal 18 muoversi all’interno della regione senza l’autocertificazione, tuttavia restano sempre valide, oggi più che mai, le regole sanitarie, vige l’obbligo di indossare la mascherina, evitare assembramenti e mantenere il distanziamento sociale.

Il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, ha ammesso che il momento è delicato ed esiste il rischio concreto di un aumento di casi, anzi è certo. Con il maggiore contatto fisico permesso dal decreto della fase 2, i numeri torneranno a salire automaticamente, per questo gli esperti ed i politici mirano non ad un blocco, in quanto impossibile, ma ad un contenimento della diffusione; vogliono impedire la nascita di nuovi focolai e tenere sotto controllo il numero di contagi, pronti ad una nuova chiusura in caso di crescita esponenziale.

L’ultimo bollettino, risalente al 18 maggio, porta il numero di positivi a Milano e provincia a 71, 24 solo a Milano, con un totale di 9.395 nel capoluogo e 22.222 nell’interland milanese.
E che dire dell’ulteriore sblocco del 3 giugno? Cosa si deve aspettare Milano?
Fontana afferma che, dal 3 giugno, l’attenzione sarà molto più elevata, si prenderanno decisioni in base agli ultimi numeri e previsioni. La speranza è che i contagi diminuiscano, ma non ci si aspetta che il virus sparisca da un momento all’altro. Si dovrà convivere con il COVID-19 finché non sarà pronto il vaccino.

Quali misure sono state adottate per contenere i contagi?
Per evitare un aumento dei contagi, saranno contenuti i flussi e sarà abbassato il numero limite di persone nei locali e sui mezzi di trasporto. Per garantire l’ordine pubblico ed il distanziamento, ci saranno postazioni fisse delle forze dell’ordine nelle stazioni ferroviarie e metropolitane. Il buon senso civico dei cittadini farà la differenza, determinerà se è possibile continuare con l’allentamento o si dovrà tornare alla chiusura; certo è che i navigli affollati per l’aperitivo lascino perplessi, è possibile che già si sia dimenticato tutto? Di sicuro i cittadini milanesi, abituati alla movida, alle uscite e alle comitive riunite allegramente davanti ad uno Spritz, dovranno darsi una regolata.

All’interno dei mezzi di trasporto saranno obbligatori guanti e mascherina e i posti saranno distanziati e contrassegnati. Di sicuro, molti preferiranno spostarsi con il proprio mezzo di trasporto, per questo le stime di afflusso sono del 20/30% più basse rispetto alla vita prima del virus. Inoltre, è stato stabilito il controllo degli ingressi: quando si supereranno le 60 persone nelle aree di attesa dei mezzi, i tornelli saranno chiusi e nessuno potrà entrare fino allo sfollamento. Stessa misura adottata sui mezzi di trasporto: se si dovesse verificare un sovraffollamento, il mezzo non proseguirà finché i passeggeri in eccesso non scenderanno.

Milano è sicuramente uno dei centri portanti dell’economia nazionale e con un flusso elevato di persone abituate alla socialità, per cui rientra nella quotidianità dei milanesi spostarsi e avere contatti con altre persone; tuttavia, una seconda Fase 1 sarebbe peggiore della prima, con un numero di decessi elevatissimo e le terapie intensive di nuovo al collasso. Tutti devono fare la propria parte per rendere la Fase 2, la fase della libertà e non un ritorno alla "prigionia", ricordando che la nostra libertà termina dove comincia quella dell’altro, per cui, rispettiamo le regole e i contagi resteranno contenuti.

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